ASSOCIAZIONE
CASA FAMIGLIA
LODOVICO PAVONI

Dal mensile Donna e Mamma di Ottobre 1999

PADRE CLAUDIO, IL "RIBELLE" CHE DA UNA CASA AI BIMBI IN DIFFICOLTA

Padre Claudio Santoro è nato in provincia di Como, nel 1950.
Ci racconta cosi la sua vita:<<Sono entrato nell’ordine dei Pavoniani ad appena 11 anni. Ma non riuscivo a seguire le regole, volevo fare di testa mia. Per questo mi chiamavano " il ribelle." Tuttavia, i miei superiori avevano capito che il mio modo di fare funzionava bene con i bambini. Nell’84 sono arrivato a Roma. Prima mi sono occupato di un grande oratorio. Quattro anni dopo,ho fondato la Casa famiglia Lodovico Pavoni>>.
Quando ha deciso di creare la Casa famiglia Pavoni ? <<Erano già diversi anni che lavoravo nella Parrocchia di San Barnaba, nel quartiere di Tor Pignattara, una delle zone periferiche più disagiate di Roma. Ne avevo visti tanti, di bambini cresciuti sulla strada e poi finiti male. Allora, nel 1989, con due signore della parrocchia, abbiamo creato una casa in cui accogliere i bimbi prima che prendano una brutta via>>.
In che modo lei aiuta i bambini? Ho imparato che per rendere felice un bambino e farlo sentire al sicuro bisogna aiutare i suoi genitori. È per questo che abbiamo deciso di accogliere, nel nostro centro, anche le famiglie bisognose: la maggior parte arriva dai Paesi dell’ex Jugoslavia, ma anche dal Centro America e dell’Africa. Hanno bisogno di tutto: casa, lavoro, cibo. Li aiutiamo nelle pratiche legali, nel lavoro, insegniamo loro la nostra lingua, seguiamo i bambini a scuola e nel tempo libero. E soprattutto cerchiamo di farli sentire integrati, accettati e amati >>.
Come si svolge la sua giornata ? << Tutte le mattine, verso le 8, salgo sul pulmino e passo a prendere i più piccoli per accompagnarli all’asilo nido. Nel pomeriggio torno a prendere i bimbi e li porto al nostro centro. Qui inizia il mio "momento": devo controllare che tutte le attività ricreative ed educative si svolgano regolarmente, accertarmi che i bambini stiano bene, e soprattutto… stare con loro. Appena tornati da scuola si fa la "grande merenda": è divertente vederli mangiare, ridere e scherzare tutti insieme! Poi, inizia il laboratorio: canto, pittura, disegno, ceramica. Infine, verso le 20, riporto i bambini a casa >>.
Quali sono i suoi obiettivi? Ne ha già raggiunto qualcuno? << Fare tutto quello che posso per evitare che il disagio dei bambini che vivono nelle famiglie più povere si trasformi, da adulti in disperazione, criminalità e tossicodipendenza. Voglio dare speranza a chi non ne ha. Proprio questa estate ho realizzato un mio grande sogno: ampliare la casa famiglia per accogliere più bambini. Poi, ho potuto portare i "miei " bambini qualche giorno in vacanza. Siamo andati tutti insieme in montagna, genitori compresi. È stato bellissimo stare con loro e vederli finalmente felici. Proprio in questi giorni stiamo ultimando la nuova struttura, grazie agli aiuti del Comune e della Regione, ma soprattutto grazie alle libere donazioni dei cittadini: c’è chi ci regala mobili, biancheria, cibo, medicinali. Una conferma in più della generosità dei nostri concittadini ".>>

 

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